La Fondazione del Gruppo Labronico
Il pittore Mario Puccini morì il 18 giugno 1920 all’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze e la sua scomparsa suscitò profonda emozione nel gruppo dei più giovani colleghi che a Livorno avevano animato con lui gli anni del Caffè Bardi.
L’accento nuovo e personale della pittura di Puccini, la forza della sua composizione con l’ardore netto del colore, costituivano per quei giovani un ponte dell’insegnamento artistico di Giovanni Fattori, del quale Puccini era stato allievo.
Il desiderio di onorare la memoria dell’Artista, repentinamente scomparso, facendone accogliere le spoglie nel Famedio livornese di Montenero, provocò una polemica scissione nella Federazione Artistica Livornese e spinse i “pucciniani” a costituire il Cenacolo Mario Puccini, diffondendo una pubblica Dichiarazione di Omaggio, sottoscritta da artisti, letterati e personalità della cultura.
Il 15 luglio 1920, nello studio Romiti, i pittori Adriano Baracchini-Caputi, Tito Cavagnaro, Gino Cipriani, Goffredo Cognetti, Beppe Guzzi, Giovanni March, Corrado Michelozzi, Renato Natali, Gastone Razzaguta, Renuccio Renucci, Carlo Romanelli, Gino Romiti, Ferruccio Rontini, Cesare Tarrini, Alberto Zampieri e Giovanni Zannacchini fondarono il Gruppo Labronico.
(vedi Atto costitutivo)
Da subito il Gruppo raccolse numerose adesioni degli artisti, dei giovani come di quelli affermati.
Già dal 1909, nell’ambiente del Caffè Bardi, corrispettivo livornese del fiorentino Caffè Michelangelo, pur con le turbolenze delle diverse soggettività, si era forgiata la solidarietà intorno ad un comune intento artistico che proseguirà per tutti gli Anni Venti e Trenta, definendo il contributo livornese alle arti figurative e rendendolo come tale identificabile in Italia e con cospicuo fulgore.
Il Gruppo Labronico ricevette da subito prestigiosi inviti a esporre in allora prestigiose e ambite manifestazioni artistiche, come la Società Amatori e Cultori di Roma nel ‘22 e nel ’27, e promosse tra il ’20 e il ’32 ben diciotto mostre di Gruppo, i suoi artisti migliori furono invitati alle Biennali di Venezia e in importanti esposizioni all’estero, sempre con lusinghieri riconoscimenti.
Nel 1932, quando si consolidò il sistema sindacale delle esposizioni corporative, il Gruppo come tale interruppe la propria attività, che fu ripresa in mutate condizioni di sensibilità artistica nel giugno 1946, e che con alterne vicende è giunta e prosegue ancora ai giorni nostri.
[showhide type=”pressrelease” more_text=”Mostra Note Bibliografiche” less_text=”Nascondi Note Bibliografiche” hidden=”yes”]
L. Lloyd, Tempi Andati, Vallecchi Editore, Firenze 1951
F. Donzelli, Pittori Livornesi 1900-1950. La scuola labronica del novecento,
Cappelli Editore, Bologna 1979
M. Borgiotti, Coerenza e modernità dei pittori labronici, Giunti Martello, Firenze 1979
F. Donzelli, Pittori Livornesi. Secondo Novecento, Cappelli Editore, Bologna 1987
A. Baboni, Mario Puccini, Pananti, Firenze 1989
R. e F. Tassi, Mario Puccini, Il Torchio, Firenze 1992
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M. Patti-V. Carpita-I. Amadei, Arte e Cultura a Livorno 1945-1967, Livorno 2004
Catalogo Arte a Livorno tra le due guerre. Bottega d’Arte tra tradizione e
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V. Farinella-G. Schiavon, L’eredità di Fattori e Puccini. Il Gruppo Labronico tra le
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V. Farinella-G. Schiavon, Artisti del Gruppo Labronico nella Livorno del secondo
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Catalogo 60a Mostra del Gruppo Labronico, a cura di A. Rontini, Debatte Editore,
Livorno 2011
Catalogo LXI Mostra del Gruppo Labronico con un Omaggio ai Maestri Fondatori,
a cura di G. Magonzi, Debatte Editore, Livorno 2012
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